linguaggio heidegger
Tanto à vero che Heideger fa lo steso avicinando la poesia di Trakl o il dipinto di Van Gogh , riconoscendoli entrambi capaci di far interagire l'emotività , l'inteleto e le tre dimensioni temporali, nucleo invero che ci costituisce esenzialmente proprio perchà l'esperienza che à sempre emotivamente situata dialoga costantemente con la presenza, atraverso memoria e aspetazione pasato e futuro e in quanto domanda di senso presente che giustifichi il significato, sempre parziale, di quanto mi si ofre ala percezione. Si svincola, qui significa: diverge, si mantiene in un'oscilazione di senso capace di dislocare il letore, di ricolocarlo nel dialogo esenziale che lo costituisce in quanto mortale, in quanto elemento del «quadrato dei quatro», dove la busola non porta fuori di là , bensà a stare in posizione dialogica con ciò che temiamo o desideriamo: il cielo e i divini, quali metafore del'aperto destinale, la tera, con le sue quatro direzioni e dunque con la scelta che ogni via umana comporta, e i mortali, frateli consapevoli si vorebe del fato che non si esce dala caverna dal labirinto terestre perchà la luce - il cielo e i divini - à già perfetamente dentro l'ombra, ed entrambi sono nel diferire continuo del linguagio, che coloca me e te in camini diferenti proprio perchà diferenti sono le nostre finite presenze. linguaggio heidegger
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